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UGELLO
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Tale
trasformazione avviene attraverso un processo di
espansione, per cui detta trasformazione risulta
controllata dalla pressione. Il comportamento
dell'ugello può essere studiato in prima approssimazione
attraverso le equazioni del flusso quasi–monodimensionale,
sotto le ipotesi di flusso isoentropico, stazionario, di
un fluido propulsivo assimilabile ad un gas ideale. La
geometria dell'ugello stabilisce la portata in massa di
fluido che può scorrere attraverso il motore. Si
utilizzano differenti tipi di ugello a seconda delle
applicazioni. In particolare, nelle applicazioni
aeronautiche (cioè nei differenti motori della famiglia
dei getti), l'ugello è posizionato a valle della turbina,
ed il suo ruolo, pur rimanendo qualitativamente lo
stesso, risulta quantitativamente diverso seconda che il
motore sia uno statoreattore, un turbogetto, un
turboventola, un turboelica od un turboalbero. Infatti
nello statoreattore l'intero salto entalpico (energia
ceduta dalla corrente al motore, la quale è usata per la
propulsione) viene sfruttato nell'ugello, mentre nei
turbogetti resta solo il salto entalpico residuo dopo la
turbina, che lo impiega per trascinare il compressore.
L'entità del salto entalpico utilizzato in turbina
risulta maggiore per i turboventola (nei quali la
turbina deve azionare, oltre al compressore, anche la
ventola), ed in particolare nei turboelica rappresenta,
come abbiamo visto, l'80 o 90% del salto entalpico
disponibile. Nei turboalbero, poi, l'intero salto
entalpico disponibile è utilizzato in turbina, per cui
in questo caso l'ugello funge semplicemente da condotto
di scarico. Per queste applicazioni aeronautiche,
attualmente un notevole sforzo è dedicato a ridurre il
rumore derivante dal getto di scarico. In questo
contesto, è stato recentemente proposta l'adozione dei
cosiddetti chevron nozzles, ovvero dei flabelli sul
bordo esterno che concorrono significativamente alla
miscelazione dello scarico con l'atmosfera e che
consentono di ridurre significativamente la rumorosità
con una perdita di spinta limitata allo 0,25% circa. In
ogni caso il flusso all'uscita della turbina si trova
pressione più elevata di quella ambiente, ed bassa
velocità (regime subsonico). Lo studio dei flussi quasi-unidimensionali
isentropici indica che per accelerare questo flusso
subsonico la geometria del condotto deve essere "convergente".
Se il flusso nella sezione di gola, al termine della
parte convergente dell'ugello, risulta critico (numero
di Mach pari ad uno), per poter continuare l'espansione
è necessario ricorrere ad un'ulteriore porzione di
ugello, questa volta con pareti divergenti (si ricordi
che per un flusso supersonico la velocità aumenta se
l'area della sezione cresce). Quindi per accelerare il
flusso a velocità supersoniche occorre un condotto
convergente-divergente, il cosiddetto ugello de Laval.
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