
Via De Vecchi, 21 - 20090 Assago (Milano) IT

sabbia@lampugnani.it

SABBIATRICI - ELETTROEROSIONE

|
Da
Wikipedia, l'enciclopedia libera.
L'elettroerosione è una tecnologia di lavorazione ad
asportazione di truciolo che utilizza le capacità
erosive delle scariche elettriche. Per la particolarità
del principio, questa tecnologia è in grado di lavorare
solo materiali fortemente conduttori; essenzialmente i
metalli.
Le macchine utensili realizzate per eseguire questo tipo
di lavorazione vengono chiamate 'macchine per
elettroerosione', o in inglese EDM (Electro Discharge
Machining).
Inventata casualmente dai coniugi sovietici Lazarenko
nel 1943, durante esperimenti sull'usura dei contatti
elettrici. Immergendo i contatti per diminuirne l'usura
in un bagno d'olio ottennero l'effetto contrario.
L'elettroerosione ha subito un forte impulso solo con lo
sviluppo dell'elettronica. Per le sue caratteristiche
peculiari, oggi è una tecnologia di uso comune
nell'industria, e addirittura necessaria nella
produzione stampi (in particolar modo per componenti in
plastica).
Una delle aziende che ha maggiormente contribuito nello
sviluppo di questa tecnica è l'AGIE di Losone in
Svizzera fondata nel 1954, con oltre 50 anni di storia
nel settore e oltre un migliaio di brevetti. Ancor oggi
leader nel settore.
Nel corso degli anni i processi si sdoppiarono tra
elettroerosione a tuffo (EDM) e elettroerosione a filo
(WEDM)
Caratteristiche della lavorazione
Le principali caratteristiche della lavorazione per
elettroerosione sono:
Possibilità di lavorare metalli molto duri (acciai
speciali, acciai rapidi, metalli duri, ecc...), o
induriti con trattamenti termici o chimici (temprati,
carburati, ecc...). Infatti, la durezza del materiale da
lavorare ha un'influenza secondaria per quanto riguarda
la velocità d'asportazione o l'energia da utilizzare
nella lavorazione.
Possibilità di lavorare il pezzo creandovi qualsiasi
figura geometrica o volumetrica. Ciò è dovuto alla
particolarità che l'elettroerosione non necessita di un
utensile rotante. È possibile ottenere spigoli netti,
creare nervature e cavità con forme o profili
impossibili da realizzare con altre tecnologie.
Velocità di lavorazione molto lenta rispetto alle altre
tecnologie ad asportazione di truciolo.
Elevata usura relativa dell'utensile. Un valore tipico
può essere 1-5%; cioè l'usura di 1-5 mm-cubi di utensile
ogni 100 mm-cubi di materiale asportato.
Le superfici lavorate presentano sempre un certo grado
di rugosità (più o meno pronunciato, a seconda del grado
di finitura). Questo è dovuto alla creazione di
micro-crateri che sono il risultato dell'azione
elettroerosiva (vedi sotto principio fisico).
Funzionamento
L'azione di lavorazione si attua avvicinando un utensile
(definito elettrodo) al materiale da lavorare (definito
pezzo), il tutto in un ambiente riempito da un
dielettrico liquido. L'elettrodo viene alimentato con
polarità positiva rispetto al pezzo, in quanto il
materiale caricato negativamente subisce un'erosione
superiore. Quando elettrodo e pezzo sono
sufficientemente vicini, tra i due si innescano delle
scariche che erodono il pezzo in modo complementare
rispetto alla forma dell'elettrodo. La scelta del
materiale dell'elettrodo e il controllo delle
caratteristiche delle scariche permettono di ottenere un
forte squilibrio tra l'erosione dell'elettrodo (usura
dell'utensile) e erosione del pezzo (lavorazione), a
favore di quest'ultimo. Man mano che il pezzo viene
eroso, l'elettrodo viene fatto avanzare, fino al
completamento della lavorazione. Durante la lavorazione,
l'elettrodo non entra mai in contatto con il pezzo, in
quanto una cosa simile crea un cortocircuito che
impedisce la creazione della scintilla.
Eccezionalmente, può essere applicata una polarità
invertita rispetto a quanto precedentemente detto:
ovvero applicare all'elettrodo una polarità negativa
rispetto al pezzo. Questo avviene per lavorazioni
particolari, come accoppiamenti di semistampi (dove
l'erosione viene equiripartita tra i due elementi) o
forature tramite elettroerosione (dove l'elettrodo viene
totalmente consumato).
Nella lavorazione non vengono creati normali trucioli: i
residui della lavorazione vengono chiamati sfridi e
assumono l'aspetto di microscopiche palline di metallo
che si disperdono nel dielettrico.
La presenza di un dielettrico è fondamentale per la
funzionalità della tecnologia, ed assolve vari scopi:
permette il controllo della localizzazione della
scintilla;
fornisce ioni per la generazione della scarica;
rimuove gli sfridi di lavorazione;
raffredda elettrodo e pezzo.
Perché la tecnologia possa funzionare correttamente, è
necessario il controllo delle caratteristiche delle
scintille. Infatti la scarica non è generata in maniera
continua, ma consiste in una successione di
micro-scariche prodotte da appositi dispositivi
elettronici in grado di generare treni di impulsi
controllati. I principali parametri elettrici
controllati sono:
tensione d'innesco; tipicamente alcune centinaia di
volt.
polarità; normalmente elettrodo positivo e pezzo
negativo.
corrente massima della scintilla; compresa tra 1 e 500
ampere.
durata della scintilla; compresa tra 1 micro-secondo e 2
milli-secondi.
pausa tra una scintilla e la successiva, compresa tra 1
e 30 micro-secondi.
Principio fisico
L'elettroerosione lavora sulla capacità termomeccanica
delle scariche elettriche di erodere i materiali.
L'azione erosiva delle scariche si può dividere in fasi:
Applicazione tra elettrodo e pezzo di una forte
tensione. In questa fase si crea un forte campo
elettrico tra i due punti a minor distanza relativa (a
minor distanza elettrodo/pezzo).
Rottura del dielettrico e apertura di un canale di
scarica. In questa fase il forte campo elettrico
accelera alcuni elettroni del pezzo che attraversano il
dielettrico, questo genera un effetto valanga che rompe
l'isolamento del dielettrico proprio in corrispondenza
del punto dove il campo elettrico è più elevato. Si crea
così un canale a bassa resistenza dove la corrente
elettrica può passare.
Allargamento del canale di scarica e fusione del
materiale. L'urto degli elettroni accelerati con le
molecole di dielettrico, generano ulteriori elettroni
liberi e ioni positivi che fungono da portatori di
carica e vengono accelerati dal campo elettrico;
conseguentemente si crea una canale di plasma ad
altissima temperatura (migliaia di gradi) in grado di
condurre molta corrente elettrica. Con il persistere
della corrente di scarica, il canale tende ad allargarsi
intorno al punto iniziale. Le aree dell'elettrodo e del
pezzo a diretto contatto con il canale di plasma,
sottoposte al bombardamento dei portatori di carica e
alle alte temperature del canale, si fondono, creando
dei piccoli crateri di materiale fuso.
Interruzione della scarica e implosione del canale di
scarica. Interrompendo la corrente, il canale di plasma,
non più alimentato da fonti di energia esterne, implode.
Espulsione del materiale dal cratere. Venendo
improvvisamente a mancare la pressione sulla superficie
del cratere, il materiale fuso viene risucchiato fuori,
lasciando il cratere vuoto. Il materiale fuoriuscito si
raffredda, solidificandosi in minuscole palline
(sfridi).
Applicazioni
L'elettroerosione si può dividere in sottotipi a seconda
dell'applicazione:
elettroerosione a tuffo; in questa applicazione la
lavorazione ha come scopo principale lavorare il pezzo
facendogli assumere una forma complementare rispetto
all'elettrodo.
Il ciclo di lavorazione va' diviso in due fasi:
creazione di un elettrodo di forma 'negativa' rispetto
alla forma della lavorazione che si vuole ottenere;
elettroerosione del pezzo con l'elettrodo
precedentemente creato, ottenendo così in 'positivo' la
forma voluta.
elettroerosione a filo; in questa applicazione, un filo
conduttore teso è usato come elettrodo per tagliare o
profilare il pezzo da lavorare.
Il filo (immagazzinato in una bobina) viene cambiato di
continuo durante la lavorazione, in quanto, essendo
sottoposto all'usura delle scariche e allo stress di
dilatazione, finirebbe per spezzarsi spesso,
interrompendo la lavorazione.
foratura per elettroerosione; in questa applicazione un
tubo viene usato come elettrodo per forare il pezzo.
Vengono usati tubi (generalmente di piccolo diametro) in
quanto attraverso essi viene pompato del dielettrico,
necessario per asportare gli sfridi dal fondo della
foratura.
molatura per elettroerosione; in questa applicazione una
mola di materiale conduttore erode il pezzo, in modo
analogo ad una mola ad abrasione.
Un esempio d'uso di questa tipologia di tecnica, è
quello dell'affilatura di lame con denti di Widia o
diamante sinterizzato, materiali di cui è difficoltosa
(e costosa) la molatura con tecniche abrasive
tradizionali.
Elettrodi
Uno degli "attori" principali della lavorazione per
elettroerosione è l'elettrodo. Nella lavorazione "a
tuffo" il risultato della medesima è un negativo della
forma dell'elettrodo; mentre nella lavorazione "a filo",
l'elettrodo si comporta come un seghetto, tagliando il
pezzo.
Come già accennato, perché si possa fare una lavorazione
utile, è necessario ridurre l'usura al minimo. Per far
ciò, oltre al controllo dei parametri elettrici, è
necessario partire da una corretta scelta del materiale
dell'elettrodo.
Materiale per elettrodi EDM
Per la lavorazione "a tuffo" bisogna cercare un
materiale che:
resista alle scariche;
sia facilmente lavorabile;
sia di costi contenuti.
Gli ultimi due aspetti sono particolarmente importanti
nella lavorazione a tuffo, in quanto la lavorazione che
si vuole ottenere richiede la realizzazione di una sua
esatta copia-elettrodo in negativo. In casi estremi, con
realizzazioni di stampi per plance o scocche plastiche,
potrebbe essere necessario realizzare elettrodi sagomati
e/o alettati di centinaia di chili.
L'esperienza ha portato alla diffusione di due tipi di
materiale: la grafite e il rame.
La grafite resiste bene alle scariche (per via dell'alto
punto di fusione), è relativamente facile da lavorare e
costa poco. Di contro, la grafite durante la lavorazione
di parti sottili (alette, nervature, ecc..) tende a
scheggiarsi, inoltre le scariche tendono a rovinarne la
superficie, impedendo di realizzare superfici ben finite
(cioè con bassa rugosità).
Anche il rame resiste abbastanza bene alle scariche (la
sua alta conducibilità termica tende a dissipare il
calore delle scariche), si può lavorare molto facilmente
(permettendo di realizzare particolari estremamente
fini) e le scariche rovinano poco la sua superficie,
permettendo lavorazioni particolarmente rifinite (in
qualche caso sino alla lucidatura). Di contro, il rame
non resiste altrettanto bene con alte correnti di
scarica (tipiche della lavorazione di sgrossatura) e
ovviamente è un materiale costoso.
Quando possibile, si consiglia così di realizzare due
elettrodi: un elettrodo di grafite per le lavorazioni di
"sgrossatura" e un elettrodo in rame per la lavorazione
di "finitura".
|
|
Sabbiatrici ad aria compressa,
sabbiatrici manuali
e automatiche,
sabbiatrici economiche e industriali
sabbiatrici
usate
sabbiatrici
prezzi
sabbiatrici
noleggio
© 2010 Sabbiatrici.info - Tutti i diritti
riservati. Lampugnani Sabbiatrici S.r.l
- MAPPA DEL
SITO
|
|